HOME

 

IL LEADER DEL MEDITERRANEO

(translate)

Uomo di fede e tradizione, Mu`ammar al-Qadhafi non può essere classificato secondo criteri comuni.

Se lo cerchi a Destra lo troverai a Sinistra, perchè lui predica in molti versi un rinnovamento con aria di rivoluzione.

Ma se lo cerchi a Sinistra rischi di trovarlo a Destra, perché questo mistico sincero è allacciato a più di un valore tradizionale.

Ma non è Qadhafi ad essere privo di senso, sono i termini ad essere obsoleti, perchè basati sui giudizi soggettivi di osservatori stranieri interessati più alla polemica che alla verità."

- Prof. Francis Dessart -

 

links:

"IL LIBRO VERDE" di Muammar Qaddafi
(per gentile concessione di:
http://www.amicus.it)

PARLA MUAMMAR GHEDDAFI
intervista tratta da: Panorama, 12 ottobre 2000

 

La Terra (translate)

Tratto da "La Fuga dall’Inferno ed altre storie" di Muammar Qaddafi

1998 ©Stanke Publishers, NYC

Puoi privarti di tutto, tranne che della terra.
La terra è l’unica cosa senza la quale non puoi far niente.
Se distruggessi le altre cose potresti rimediare, ma guardati dal distruggere la terra, perché allora perderesti tutto!
La fonte di vita biologica alla quale la vita umana sta in piedi sulla vetta, è il cibo.
La terra è il contenitore di questo nutrimento che giunge in diverse forme... solido, fluido, gassoso.
La terra è il suo contenitore, non romperlo perché è unico e non vi è sostituto.
Se distruggi il terreno agricolo per esempio, è come se distruggi l’unico vaso che contiene il tuo cibo e senza il quale non potrai più nutrirti.
Se distruggi il terreno agricolo, è come se distruggi l’unico vaso che contiene la tua bevanda, perché non c’è altro ricettacolo, così come potrai poi dissetarti?
La terra è il polmone attraverso il quale respiri, così se lo distruggi, non avrai modo per respirare.
Se ti piove addosso e non hai la terra, non ne trarrai nessun beneficio.
Perciò, il cielo non ha valore per noi senza la nostra terra.
Se nello spazio, in qualche luogo, è stato trovato ossigeno, quale è il suo beneficio se non c'è terra?
Tutti i conflitti della storia in tutte le età, condotti da uomo contro uomo o contro natura, sono stati per la terra.
La Terra è stata la croce dei conflitti.
Anche lo spazio è stato adoperato nell’interesse della terra.
Veramente, la terra è tua madre; lei ti diede nascita dal suo ventre.
E’ colei che ti allattò e ti alimentò.
Non disubbidire a tua madre e non tosare i suoi capelli, tagliare le sue membra, lacerare la sua carne, o ferire il suo corpo.
Devi solamente aggiustare le sue unghie, fare che il suo corpo sia pulito da ogni immondizia o lordura.
Darle la medicina per curare ogni sua malattia.
Non mettere pesi gravosi sopra la sua mammella, fango o pietre sopra le sue costole.
Rispettala, e ricorda che se sei troppo aspro con lei, non ne troverai un altra.
Raccogli il ferro, il limo e la roccia accumulati sul suo dorso.
Sollevala dei pesi che altri ingiustamente hanno messo su lei.
Onora la culla nella quale crescesti, il grembo nel quale fosti accolto.
Non distruggere la tua dimora, il tuo luogo di rifugio, o sarai un perdente [11] te ne pentirai.[12]
La terra resterà la terra solamente se noi preserviamo la sua generosità.
La Terra generosa è veramente utile ed occorre difenderla.
Se su di essa posiamo la tegola o la pavimentiamo, costruiamo su lei, noi l’avremo uccisa, e non ci darà più la sua generosità.
Diverrà poi soltanto tegola o asfalto, cemento o marmo.
E queste cose non ci danno niente.
Non vi crescono piante, non ci danno acqua;
non sono utili né ad uomo né ad animale.
La terra poi morirà.
Non uccidere la terra, non uccidere la tua stessa vita.
La terra è acqua e nutrimento e la terra morta, coperta da edifici e costruzioni, non dà quest’acqua e questo nutrimento.
Così non c’è vita su una terra morta.
Che genere di persone sono coloro che uccidono la terra e la seppelliscono viva?
Da che genere di terra dipenderà la loro vita dopo?
Dove vivranno, e dove otterranno loro cibo e bevanda?
La terra è qualche cosa per la quale non c'è alternativa, così poi dove andrai? [13]
Ci sono alberi in paradiso, e non strade, marciapiedi, piazze pubbliche o edifici.
Distruggere la terra è il suo cattivo uso, la sua trasformazione in qualche cosa d’altro che terra buona per produrre acqua e cibo.
Così, coloro che convertono la terra agricola in terra non coltivabile sono coloro che la spogliano. [14]

Muammar Qaddafi

 

NOTE:

11. Referenza implicita a molti versi; specialmente Sura 5, verso 30;

Sura 2, verso 27; Sura 103, verso 2.

12. Come in divenire "pentito"; Corano, Sura 5, verso 31.

13. Corano, Sura 81, verso 26.

14. Corano, Sura 18, verso 94.

 

I VARI NOMI DI GADDAFI:

Muammar Qaddafi, Mo'ammar Gadhafi, Muammar Kaddafi, Muammar Qadhafi, Moammar El Kadhafi, Muammar Gadafi, Mu'ammar al-Qadafi, Moamer El Kazzafi, Moamar al-Gaddafi, Mu'ammar Al Qathafi, Muammar Al Qathafi, Mo'ammar el-Gadhafi, Moamar El Kadhafi, Muammar al-Qadhafi, Mu'ammar al-Qadhdhafi, Mu'ammar Qadafi, Moamar Gaddafi, Mu'ammar Qadhdhafi, Muammar Khaddafi, Muammar al-Khaddafi, Mu'amar al-Kadafi, Muammar Ghaddafy, Muammar Ghadafi, Muammar Ghaddafi, Muamar Kaddafi, Muammar Quathafi, Muammar Gheddafi, Muamar Al-Kaddafi, Moammar Khadafy, Moammar Qudhafi, Mu'ammar al-Qaddafi, Mulazim Awwal Mu'ammar Muhammad Abu Minyar al-Qadhafi

 

II socialismo libico è quanto di più dottrinariamente distante rispetto all'omonimo occidentale. Innanzitutto alla base del primo è posto il primato di un popolo e della sua cultura, un primato religioso in senso eminentemente diverso dalla pratica dei culti di massa... Anche la figura di Gheddafì non è quella di un dittatore nè di un capopopolo: egli assume i connotati della 'guida', che trae il suo diritto nella spersonalizzazione di una funzione alla quale è chiamato, ma che ha sempre come centro il popolo. Gheddafì è un po' la coscienza fatta materia della secolare lotta araba per essere popolo e nazione... Dal punto di vista militare è encomiabile l'aiuto concesso alla causa per la liberazione della Palestina... Questo Paese potrebbe costituire un aggregante per tutto il movimento nazionale arabo ed offrire a questo la potenza necessaria nella lotta contro Israele. Gheddafì ha concepito questo socialismo dei 'fratelli' tradizionale e beduino e come fratelli noi che lottiamo per liberare la nostra terra ci rivolgiamo a lui:
soltanto con la lotta dei popoli si ottiene l'affrancamento dalla schiavitù del capitale, non con nuove alleanze, non con capitali dal volto diverso".

Tratto da:"Per il fronte unito", in "Costruiamo l'azione", n.4 novembre 1978

 

LONDRA - Rifacendosi come fonte ad un documento segreto diffuso su internet negli Stati Uniti, il giornale domenicale britannico The Sunday Times scrive che i servizi segreti militari britannici MI6 furono coinvolti nel 1996 in un fallito attentato alla vita del capo del regime libico, Moammar Gheddafi. E il ministro degli esteri britannico Robin Cook, sempre secondo il settimanale mentì pubblicamente quando, un anno e mezzo fa, smentì che l’MI6 fosse implicato in quella congiura e definì «pura fantasia» le notizie al riguardo, apparse all’epoca sui giornali britannici.

 

Nichi Grauso e Vittorio Sgarbi sbarcano in Libia per liberare l'operaio di Villaputzu

Violato l'embargo aereo dell'Onu in vigore dal '92
tratto da: http://www.unionesarda.it/


Sgarbi e Grauso al loro arrivo all'aeroporto di tripoli.

Tripoli, 25 aprile 1998 - Da Roma sono arrivati a Lampedusa. Poi, su due Piper differenti il grande balzo verso Tripoli. Vittorio Sgarbi e Nichi Grauso hanno iniziato la loro missione in Libia sfidando un embargo aereo che durava - per ordine dell'Onu - dal '92, anno dell'attentato di Lockerbie.
Un'accoglienza trionfale. I libici hanno riservato al parlamentare e all'imprenditore tutti gli onori: mancava solo Gheddafi, impegnato nel sud del Paese al confine col Ciad. Ma oggi, Grauso e Sgarbi si recheranno da lui per concludere quello che è l'obiettivo della missione, liberare Marcello Sarritzu, il tecnico italiano bloccato in Libia da oltre sette mesi per colpa di una società milanese fallita e fuggita senza pagare i debiti.
«Un viaggio ottimo, tutto è andato alla perfezione», ha detto Sgarbi, arrivato a Tripoli un quarto d'ora dopo Grauso, che ha invece guidato il Piper con al fianco il suo ex istruttore di volo: il velivolo di Grauso è incappato in un temporale. Un piccolo brivido, niente di più. Per lo "sbarco", oltre i rappresentanti del Congresso del popolo, si sono mobilatati anche i giornalisti libici. Un colpo a sensazione per loro poter intervistare le prime persone al mondo che hanno osato sfidare l'embargo dell'Onu.
Differenti gli obiettivi che hanno Nichi Grauso e Sgarbi. Dice il parlamentare: «La nostra missione è nello stesso tempo parallela e complementare. Grauso ha un unico obiettivo, quello umanitario, cioè cercare di riportare a casa un operaio "dimenticato" dai suoi datori di lavoro e lontano dalla sua terra. Io invece volevo dimostrare un'altra cosa: l'inutilità e la scelleratezza dell'embargo».
Sgarbi ci va giù duro: «Ogni cittadino del mondo dovrebbe essere organico al presidente degli Stati Uniti, che decide una cosa e deve andar bene a tutti. Ebbene, io non sono organico e mi ribello a questo stato di cose. Ritengo assurdo creare dei disagi al popolo libico. E poi, all'Onu non si rendono conto che hanno stabilito un embargo perchè la popolazione odiasse il suo leader. Effetto contrario: il leader è sempre al vertice della nazione, e il popolo odia gli americani. Dio è l'America? Ebbene, noi siamo peccatori, peccatori che hanno preso la mela, ma sarebbe stato assurdo non prenderla. Tutti sappiamo benissimo che i grandi affari con la Libia si fanno ugualmente: l'Italia prende il dieci per cento del greggio per la benzina, loro, i libici, bevono la Coca Cola americana. E allora? Allora paga solo il popolo, mancano le medicine e i bambini come possono guarire? L'embargo lo pagano solo i poveracci».
E ci sono anche problemi culturali. Dice Sgarbi: «Se un giorno l'Italia dovesse subire un embargo, impediremo ai cittadini di tutto il mondo di vedere Pompei o Venezia? Per la Libia è la stessa cosa: non immaginate quanti tesori nasconda questa terra».
L'obiettivo della sua missione Sgarbi sembrerebbe già averlo raggiunto. Silenzio dall'Onu. Ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Fred Eckhard durante il breafing quotidiano con la stampa a New York: «E' una questione che riguarda il Consiglio di Sicurezza». E dalla Farnesina fanno sapere che si tratta di una "iniziativa personale". Nient'altro. Nichi Grauso è invece davanti ad un'impresa obiettivamente difficile: riuscire a far rilasciare l'operaio di Villaputzu, cui è stato sequestrato il passaporto dalle autorità libiche. Ha detto Grauso: «Insieme all'ambasciatore italiano, io e Sgarbi siamo già stati ricevuti dal vice di Gheddafi, Bagdadi, dal ministro degli esteri libico Zintani, dal ministro per gli affari fiscali Sgelgan».
Ottimista? «Sì - ha risposto Grauso - sono ottimista. Abbiamo saputo che Sarritzu in Libia mentre lavorava con la Sii, non era un operaio qualunque, ma era quello che firmava le varie pratiche, sembra quasi che rappresentasse l'azienda. Abbiamo con i ministri libici esplorato alcune soluzioni possibili. Io ne ho presentato una che per il momento preferisco tacere. Dico solo che nelle trattative mi sembra ci sia uno spiraglio».
In serata Grauso è riuscito anche ad incontrare Marcello Sarritzu, un piccolo contatto e qualcosa di più se ne saprà oggi, quando Sgarbi e Grauso raggiungeranno nel sud del Paese Gheddafi, che dovrà ovviamente dare l'ok definitivo. Ieri sera imprenditore e parlamentare sono stati invitati a cena dall'ambasciatore italiano a Tripoli. E così si è chiusa la prima giornata della "sfida". Per Sgarbi una giornata positiva considerando che si è recato anche a vedere le rovine romane di Leptis Magna, a molte ore di macchina dalla capitale libica. Per Grauso e la sua missione umanitaria il difficile comincia ora: ieri in Libia, paese musulmano, essendo venerdì, era festa. Oggi il Paese riprende la sua vita normale e tutte le porte si apriranno per i due "graditi ospiti" che hanno osato sfidare l'ira dell'Onu. Una cosa della quale, sperano a Villaputzu, Gheddafi dovrà tener conto.

F. F.

 

HAIDER-GHEDDAFI, VERTICE SEGRETO A TRIPOLI

VIENNA, 20 MAGGIO 2000 - Joerg Haider ha avuto un incontro segreto a Tripoli il 9 maggio scorso col leader rivoluzionario libico Muammar al Gheddafi. La notizia, riportata dai settimanali 'Format' e 'Profil' di lunedì, è confermata dal portavoce del governatore carinziano, Karlheinz Petritz.
Il portavoce ha spiegato che l'ex-leader dei liberal- nazionalisti austriaci si è recato per una mezza giornata nella capitale libica in compagnia di un direttore di banca che andava in quel paese «per affari». «Di cosa hanno parlato non lo so. Haider ha raccontato soltanto che è stato molto interessante e che gli è piaciuto molto», ha detto Petritz.
Una giornalista del quotidiano americano 'Usa Today', Barbara Slavin, che si trovava a Tripoli per un'intervista con Gheddafi, ha confermato di aver visto uscire Haider dalla tenda del leader libico, vestito in modo molto informale, con una maglietta e una giacca blu. Quando è stato il turno della Slavin, la giornalista ha chiesto a Gheddafi come mai egli aveva ricevuto «un politico di destra così discusso». «Neppure in Libia si può ignorare un uomo che ha ottenuto un così grande successo elettorale nel suo paese», ha risposto Gheddafi.
Secondo 'Profil', quella del 9 maggio non è stata l'unica visita di Haider al leader libico, come avrebbe confermato l'ambasciatore austriaco a Tripoli.

 

 

 

_440161_car_300.jpg (10702 byte)

GADDAFI INVENTA LA ROCKET-CAR

La macchina-razzo di Gaddafi è lucente ed estremamente elegante. Il leader libico Colonello Muammar Gaaddafi ha inventato una

sorprendente macchina stile James Bond che secondo la Libia è il veicolo più sicuro mai costruito sulla terra. John Simpson: "Ogni anno migliaia di Libici rimangono uccisi o feriti sulle strade".La macchina fu inaugurata in occasione del 30° anniversario della rivoluzione che portò il leader libico al potere.
Il "Saroukh el-Jamahiriya" (razzo libico) una berlina a cinque posti in un rivoluzionario Verde Libico metallizzato con vetri scuri, fu lanciato in uno speciale summit dell'Organizzazione dell'Unità Africana organizzata dal Colonnello Gaddafi.
La macchina ha le linee aerodinamiche dei modelli convenzionali ma la parte anteriore e quella posteriore sono plasmate a guisa di missile. L'interno è pieno di air-bags, un esclusivo sistema di difesa elettronico, e un paraurti collassabile che protegge i passeggeri dalle collisioni. Dukhali Al-Meghareff, presidente del Libyan Arab Domestic Investment company che produsse il prototipo, l'accreditò come rivoluzionario nella storia automobilistica. Disse che esso venne sviluppato su idee di sicurezza concepite da Gaddafi. La compagnia ha preventivato la costruzione di una fabbrica il prossimo mese in Tripoli, capitale della Libia, per iniziare la produzione. "Il leader spese molte ore del suo tempo prezioso pensando ad una soluzione effettiva. È la macchina più sicura mai prodotta" dice Mr Meghareff. "L'invenzione della macchina più sicura del mondo è la dimostrazione che la Rivoluzione Libica è fondata sulla felicità dell'uomo." John Simpson della BBC dice che l'invenzione è una risposta al fatto che ogni anno migliaia di Libici restano vittime di incidenti stradali. Leader di giorno, ingegnere automobilistico di notte, Gaddafi si è estremamente impegnato nel rilanciare la sua immagine dopo la fine delle sanzioni contro la Libia in Aprile. La fine delle sanzioni seguì l'estradizione di due sospetti implicati nel disastro aereo del Lockerbie del 1988. Al-Meghareff disse in una conferenza fatta in occasione del lancio della "rocket-car" che durante le sanzioni, Mr Gaddafi passò il suo tempo "pensando a sistemi per preservare la vita umana nel mondo intero." Aggiunse che il nome provocativo della macchina fu voluto per sottolineare che, mentre altri costruivano razzi per uccidere, la Libia li disegnava per scopi umanitari e pacifici.

(translate)

Libyan leader Colonel Muammar Gaddafi has invented a sleek James Bond-style car, which Libya says is the safest vehicle on earth. The car was unveiled on the 30th anniversary of the revolution which propelled the Libyan leader to power. The Saroukh el-Jamahiriya (Libyan rocket) a five-passenger saloon in a metallic Libyan revolutionary green with tinted windows, was launched at a special summit of the Organisation of African Unity organised by Colonel Gaddafi. The car has the aerodynamic lines of conventional models but the front and rear ends are rocket-shaped. The interior is replete with air bags, an inbuilt electronic defence system, and a collapsible bumper which protects passengers in head-on collisions. Dukhali Al-Meghareff, chairman of the Libyan Arab Domestic Investment company which produced the prototype, billed it as revolutionary in automotive history. He said it was developed from safety ideas conceived by Gaddafi. The company plans to set up a factory next month in Tripoli, the Libyan capital, to start production. "The leader spent so many hours of his valuable time thinking of an effective solution. It is the safest car produced anywhere," Mr Meghareff said. "The invention of the safest car in the world is proof that the Libyan revolution is built on the happiness of man. "The BBC's John Simpson says that the invention is a response to the fact that thousands of Libyans are killed and injured on the roads every year. Mr Gaddafi has also been intent on reinventing his image since the lifting of sanctions against Libya in April. The end of the sanctions followed the handover of two suspects wanted in connection with the 1988 Lockerbie air bombing. Mr Al-Meghareff told a news conference at the rocket-car launch that Mr Gaddafi had spent his time during the sanctions "thinking of ways to preserve human life all over the world". He added that the provocative name of the car was meant to highlight that while others made rockets to kill, Libya designed them for humane and peaceful purposes.

 

IL LIBRO VERDE di Muammar Qaddafi

 

Melodie E Arti (translate)

Tratto da "La III Parte del Libro Verde" di Muammar Qaddafi

(Cap. IX - Le basi sociali della Terza Teoria Universale - 1978)

LA MUSICA E LE ARTI

L’umanità continuerà ad essere arretrata finché rimarrà incapace di esprimersi in un’unica lingua. Finché l’uomo non realizzerà tale aspirazione - che sembra persino impossibile - l’espressione della gioia e del dolore, del bene e del male, del bello e del brutto, del riposo e dell’affanno, dell’annientamento e dell’eternità, dell’amore e dell’odio, dei colori, dei modi di sentire, dei gusti e del temperamento - l’espressione di tutte queste cose rimarrà nella stessa lingua che ogni popolo parla spontaneamente. Anzi, il comportamento stesso rimarrà conforme alla reazione derivante dal modo di sentire che la lingua crea nell’intelligenza di chi la parla. L’apprendimento di un’unica lingua, qualunque essa sia, non è però la soluzione possibile al giorno d’oggi. Questo problema continuerà a restare necessariamente irrisolto finché il processo di unificazione del linguaggio non passerà attraverso molte epoche e generazioni. E a condizione che il fattore ereditario, trasmesso dalle generazioni precedenti, venga a cessare in seguito al trascorrere di un tempo a ciò sufficiente, dato che il modo di sentire, il gusto e il carattere dei nonni e dei padri formano quello dei figli e dei nipoti. Se tali antenati si esprimevano in lingue diverse, e se i loro discendenti si esprimessero in un’unica lingua, quest’ultimi non avrebbero l’un l’altro gli stessi gusti, sia pure parlando la stessa lingua. Infatti tale unità di gusti si realizza solo dopo che la nuova lingua arriva ad elaborare gusti e modi di sentire che le generazioni si trasmettono per eredità dall’una all’altra. Se un gruppo di gente, in caso di lutto, veste di colore bianco ed un altro gruppo, nella stessa situazione, veste di nero, il modo di sentire di ciascun gruppo si plasmerà in ragione di questi due colori. Vale a dire che un gruppo finisce per detestare il nero, mentre all’altro esso piace, e viceversa. Tale modo di sentire lascia una traccia tangibile, sulle cellule e tutte le molecole e la loro dinamica nel corpo. Perciò questo adattamento del gusto si trasmetterà per eredità: l’erede odia automaticamente il colore odiato da chi glielo trasmette, perché ne eredita anche il modo di sentire. Così i popoli sono in armonia solo con le loro arti e il loro retaggio. Non possono esserlo con quelle degli altri a causa del fattore ereditario; neppure se, diversi per retaggio, dovessero trovarsi a parlare una stessa lingua. Anzi, questa differenza, sia pure in termini molto ridotti, compare persino fra i gruppi di uno stesso popolo. L’apprendimento di un’unica lingua di per sé non è un problema, e non lo è neppure la comprensione delle arti degli altri, dopo aver appreso la loro lingua. Il vero problema è l’impossibilità del reale adattamento interiore alla lingua degli altri. Cosa che rimarrà impossibile fino a quando non sia scomparsa la traccia ereditaria nel fisico dell’uomo, evolutosi a parlare la stessa lingua. In realtà il genere umano continuerà ad essere arretrato finché l’uomo non parlerà col suo fratello umano una stessa lingua, che sia trasmessa per eredità, e non appresa. Però il raggiungimento di tale meta da parte dell’umanità resta un problema di tempo, almeno finché la civiltà non abbia subito un totale rivolgimento.

Muammar Qaddafi

 

 

 

A man of faith and tradition, Mu`ammar al-Qadhafi cannot be classified according to the criteria commonly admitted.

If you search for him on the Right you will find him on the Left, since he preaches in many ways a renovation with the air of revolution.

But if you look for him on the Left you risk finding him on the Right, because this sincere mystic is tied to more than one traditional value.

It is not Qadhafi who is senseless; it is the terms [which are] obsolete, and upon which are based the subjective judgements of foreign observers who are more interested in polemic than in the truth."

- Prof. Francis Dessart -

 

The Earth

Excerpt from "Escape to Hell and Other Stories" by Muammar Qaddafi
©Stanke Publishers, NYC 1998

You can leave everything, except the earth.

The earth is the only thing you cannot do without.

If you destroy other things, you might not lose out, but beware of destroying the earth, because you will then lose everything!

The source of biological life, at which human life stands at the top, is food.

The earth is the container for this nourishment, which comes in different types... solid, fluid, gaseous.

The earth is its container, so do not break the only container we have, for which there is no substitute.

If you destroy agricultural land, for example, it is as if you are destroying the only vessel containing your food, without which you will not be able to consume it.

If you destroy agricultural land, it is as if you are destroying the only vessel containing your drink, for which there is no other receptacle, so how will you be able to consume it?

The earth is the lung through which you breathe, so if you destroy it, you will have no way to breathe.

If the rain falls down upon you without having land, you will not benefit at all.

Therefore, the sky has no value for us without our having land.

If oxygen is found somewhere in outer space, what is the benefit if there is no earth?

All of history's conflicts throughout the ages have been led by man against man, or against nature, have been about land.

Land has been the crux of the conflict.

Even space has been used for the sake of land.

Truly, the earth is your mother; she gave birth to you from her insides.

She is the one who nursed you and fed you.

Do not be disobedient to your mother -- and do not shear her hair, cut off her limbs, rip her flesh, or wound her body.

You must only trim her nails, make her body clean of dirt or filth.

Give her medicine to cure any disease.

Do not place great weights above her breast, weights of mud or stone above her ribs.

Respect her, and remember that if you are too harsh with her, you will not find another.

Sweep the accumulated iron, mud, and stone from her back.

Relieve her of the burdens that others have placed on her unfairly.

Revere the cradle in which you grew up, the lap in which you lay.

Do not destroy your final resting-place, your place of refuge, or you are the losers[11] and you shall truly regret it.[12]

Land remains land only if we preserve its bounty.

Land that is bountiful is truly useful land guard it well.

If we lay tile or pave it, build upon it, we will have killed it, and it will no longer give us its bounty.

It will then become merely tile or asphalt, concrete or marble.

And these things do not give us anything.

They do not grow plants or give us water;

they are useful to neither man nor animal.

The earth will then have died.

Do not kill the earth -- do not kill your very life.

The earth is water and nourishment, and the dead land that has been covered by buildings and construction does not give this water and nourishment.

Thus, there is no life upon a dead earth.

What kind of people are they who kill the earth and bury it alive?

Upon what kind of land will their life depend afterwards?

Where will they live, and where will they obtain their food and drink?

The earth is something for which there is no alternative, so whither then are you going? [13]

In heaven there are trees, and not roads, sidewalks, public squares or buildings.

Ruining the earth is its misuse, its transformation into something other than land good for producing water and food.

Thus, those who turn agricultural land into land that cannot grow anything are the ones who spoil this land. [14]

Muammar Qaddafi

NOTES:

11. Implicit reference to many verses; especially Sura 5, verse 30;

Sura 2, verse 27; Sura 103, verse 2.

12. As in to become "repentant"; Quran, Sura 5, verse 31.

13. Quran, Sura 81, verse 26.

14. Quran, Sura 18, verse 94.

 

 

 

Melodies and Arts

Part Three of the Green Book, which is entitled

"The Social Basis of the Third Universal Theory" (1978) - Muammar Qaddafi

Man is still backward because he is unable to speak one common language.

Until he attains this human aspiration, which seems impossible, the expression of joy and sorrow, what is good and bad, beauty and ugliness, comfort and misery, mortality and eternity, love and hatred, the description of colours, sentiments, tastes and moods all will be according to the language people speaks automatically.

Behaviour itself will remain based on reaction produced by the feeling the language creates in the speaker's mind.

Learning one language, whatever it may be, is not the solution for the time being.

It is a problem that will inevitably remain without solution until the process of the unification of languages has passed through various generations and epochs, provided that the hereditary factor comes to an end in those generations through the passage of enough time.

For the sentiment, taste and mood of the forefathers and fathers form those of sons and grandsons.

If those forefathers spoke various languages and the grandsons speak one language, the grandsons will not necessarily share a common taste by virtue of speaking one language.

Such a common taste can only be achieved when the new language imparts the taste and the sense which are transmitted by inheritance from one generation to another.

If a group of people wear white clothes in mourning and another group put on black ones, the sentiment of each group will be adjusted according to these two colours, i.e. one group hates the black colour while the other one likes it, and vice versa.

Such a sentiment leaves its physical effect on the cells as well as on the genes in the body.

This adaptation will be transmitted by inheritance.

The inheritor automatically hates the colour hated by the legator as a result of inheriting the sentiment of his legator.

Consequently, people are only harmonious with their own arts and heritages.

They are not harmonious with the arts of others because of heredity, even though those people, who differ in heritage, speak one common language.

Such a difference emerges between the groups of one people even if it is on a small scale.

To learn one language is not a problem and to understand others' arts as a result of learning their language is also not a problem.

The problem is the impossibility of a real intuitional adaptation to the language of others.

This will remain impossible until the effect of heredity, which is transmitted in the human body, comes to an end.

Mankind is really still backward because man does not speak with his brother one common language which is inherited and not learned.

However, it is only a matter of time for mankind to achieve that goal unless civilization should relapse.

Muammar Qaddafi