ATTIVISMO CIVICO

Rapine in villa.... magia nera?




Chi si è avvicinato, anche solo per ragioni di studio, alla pratica della magia (nera, ma anche bianca) sa che, invocando entità ultraterrene può ottenere dall’uso delle stesse, grandi vantaggi apparenti (potere, ricchezze) ma sa anche che tali vantaggi, alla lunga, si rivelano affetti da una maledizione originaria e finiscono sempre per ritorcersi contro chi ne è beneficiato.
E questo nonostante il mago usi precauzioni quali circoli protettivi (che si tracciano un po’ come fa quel signore, in uno spot pubblicitario, che costruisce “la banca intorno a te” nel mezzo di un deserto) o “catartiche” frequentazioni di santuari o luoghi di culto riconosciuti (i parcheggi dei quali denotano il “rango” dei fedeli).
La maledizione di tali sortilegi, inoltre, ha il potere di ricadere, non solo su chi è direttamente responsabile della pratica del rito, ma un po’ su chiunque si trovi, fisicamente o psichicamente, coinvolto o prossimo al “teatro” del rituale.
E così, spesso, chi utilizza certe “risorse” (così oggi sono considerate le orde di allogeni che più o meno legalmente s’insediano in prossimità delle nostre dimore) ne trae grandi guadagni trovando mano d’opera poco costosa (spesso irregolare), e vedendosi ampliare nuovi sbocchi di mercato.
Infatti i “nuovi schiavi”, grazie alla complicità usuraia e criminosa delle banche, vedono ampliare a dismisura il potere d’acquisto delle proprie buste paga divenedo così i potenziali clienti dei beni che loro stessi contribuiscono a produrre (solitamente, appartamenti e abitazioni, ma anche beni superflui e di lusso come automobili di classe superiore e prodotti hi-tech).
Beni reali pagati con ricchezze virtuali, aperture di credito che ricordano tanto la storia di Shylock, il Mercante di Venezia, ma la libbra di carne da quale cuore sarà strappata?
Quale disegno si nasconda dietro questa politica suicida, quale disastroso modello sociale si persegua non c’è dato saperlo, ma certo quello che sta avvenendo nei nostri paesi, nelle nostre città, nella nostra Italia, nella nostra Europa assomiglia tanto ad un’aratura in profondità.
Tutto viene scavato fin nelle fondamenta e ribaltato, quelli che un tempo erano considerati valori, oggi vengono bollati come i più abietti vizi della società, quelli che un tempo erano considerati vizi, se non crimini contro l’uomo, contro la morale e l’integrità sociale, oggi vengono innalzati a virtuosi segni di progresso e modernità.
Quello che c’è da chiedersi allora è: dopo la tabula rasa di questa inedita aratura, chi sarà il seminatore? Quale la semenza? E che frutti si andranno poi a raccogliere?
Noi intanto, come lombrichi, continuiamo ad ingrassare la terra con il lavoro e di tanto in tanto ci becchiamo una zappata, ma non s’illudano i “signori”, sono lombrichi pure loro, e le rapine in villa stanno lì a dimostrarlo.

Franco Cenerelli