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LA «TRILATERAL COMMISSION» by "Daca" (da: it.politica.destra)

Cos'è la Commissione Trilaterale

La Commissione Trilaterale è un "potere forte", o per dir meglio: la somma dei poteri forti dell'Occidente. E' un'organizzazione semi-ufficiale (le notizie fornite dalla pubblica informazione sono sempre state rare e discontinue) creata nel 1973, che riunisce altissime personalità della finanza e della politica, docenti universitari, esponenti sindacali e giornalisti. Questi personaggi provengono da Stati Uniti, Europa e Giappone.
Il nome rimanda all'idea di un'azione comune delle élites (ma non elette dal popolo) delle tre grandi aree del mondo industrializzato in vista di un "nuovo ordine": né più e né meno che un governo del mondo in seduta permanente. Ispiratore e creatore dell'organizzazione è stato David Rockefeller.
Nel 1973, all'atto della fondazione, il direttore operativo era Zbigniew Brzezinski, che sarebbe poi divenuto consigliere speciale per la sicurezza degli Stati Uniti sotto la presidenza di Carter. Quest'ultimo personaggio è il simbolo vivente di cosa sia e come operi la Trilateral: Carter - la cosa era del tutto risaputa, al tempo - era letteralmente una "creatura" del gruppo Rockefeller, un servitore docile e puntuale dei progetti della Commissione.
Naturalmente non è il solo. Una decina d'anni fa il periodico americano F.R.E.E. pubblicò l'organigramma degli uomini del CFR e della Trilateral operanti all'interno delle istituzioni americane. Sotto il titolo "1992 Presidential Candidates" figura Bill Clinton, uomo sia del CFR che della Trilateral.
In economia, la divisa della Trilateral è la globalizzazione, cui essa mira riunendo soggetti "privati"- finanzieri, banche e multinazionali - che rappresentano da soli più della metà del potenziale economico dell'intero pianeta.
In politica, la divisa del potentato è quella "liberal": anglofila, massonica, cosmopolita.
La logica d'azione è quella, classica, dei "poteri forti": una conduzione discreta e silenziosa dell'economia e della politica occidentali.

La nascita della Trilateral Commission

Nel 1972, nell'ambito del Council on Foreign Relations (CFR), David Rockefeller abbozzò l'idea di una nuova organizzazione, che avrebbe dovuto perpetuare la staffetta dei poteri forti cosmopoliti che dall'inizio del secolo avevano eletto gli Stati Uniti come "patria".
L'anno successivo l'organizzazione fu ufficialmente presentata in Giappone.
Nel 1975 contava circa 200 membri.
La nascita della Trilaterale ebbe una funzionalità ben precisa. Gli altri potentati, CFR e Bilderberg, erano stati strumenti di un'egemonia americana che fino agli anni sessanta appariva incontrastata. Ma gli anni 70 segnarono la fine della ledaership economico-militare, non meno che "morale" degli Stati Uniti d'America.
Non solo la sconfitta in Vietnam e lo scandalo Watergate avevano fortemente agito in tal senso, ma il crescente sviluppo economico-finanziario di Europa e Giappone indicavano chiaramente che gli Stati Uniti non sarebbero mai più stati i soli padroni del mondo. La Trilateral servì quindi a riqualificare il potere statunitense, che strinse alleanza con quelle aree che non era più in grado di controllare.
Ma i progetti della Trilateral, andavano al di là dell'economia, fino ad un orizzonte "globale" del potere.
Sin dalla fondazione la Trilateral ha esteso il suo controllo a segmenti della pubblica informazione americana (CBS, Time Magazine, Foreign Policy), giapponese (Japan Broadcasting Incorporated), italiana (Arrigo Levi della Stampa), tedesca ( Die Ziet), del mondo sindacale (United Steelworkers of America, United Automobile workers, AFL-CIO ), della politica, della ricerca scientifica.
Scriveva Gianni Agnelli, della "Trilateral": " Un gruppo di privati cittadini, studiosi, imprenditori, politici, sindacalisti, delle tre aree del mondo industrializzato...che si riuniscono per studiare e proporre soluzioni equilibrate a problemi di scottante attualità internazionale e di comune interesse".
Forse sfugge, all'avvocato Agnelli, che il "comune interesse", nel mondo industrializzato è già rappresentato e garantito dai governi eletti dal popolo. In quale veste i "privati" di cui egli parla si affiancano all'azione economica e politica dei poteri legittimamente costituiti attraverso elezioni?
Osserviamo le direttrici di marcia di questo potere "privato", che con grande evidenza altro obiettivo non si prefigge se non quello di sostituire i poteri "pubblici".
La Trilateral mostra una divisa economica, una divisa politica e una divisa culturale.

La Trilateral in economia

La Commissione Trilaterale è il centro motore della globalizzazione.
Richard Falk ( dal periodico Monthly Review di New York, gennaio 1978): "Le idee della Commissione Trilaterale possono essere sintetizzate come l'orientamento ideologico che incarna il punto di vista sovranazionale delle società multinazionali, che cerca di subordinare le politiche territoriali a fini economici non territoriali".
Un ordine di idee, quello dei fini economici "non territoriali", che ha avuto modo di esprimersi pienamente attraverso l'operato delle due grandi istituzioni che presiedono alla globalizzazione: la Banca Mondiale e il Fondo Monetario, entrambi sotto lo stretto controllo, come è noto, del "Sistema" liberal della Costa Orientale americana. Entrambe le istituzioni agiscono a tutto campo nell'emisfero meridionale del pianeta, impegnate nella conduzione e nella "assistenza" economica ai paesi in via di sviluppo.
Ebbene, la logica del "mercato unico" mondiale, della movimentazione delle merci regolate dal solo criterio della "competitività" dei prezzi, hanno indotto Banca Mondiale e Fondo Monetario a orientare interamente all'esportazione la produzione alimentare del Sud, facendo leva sul ricatto del debito contratto dai paesi poveri col Nord ( la Banca Mondiale ai paesi in via di sviluppo: noi teniamo sotto controllo il vostro debito e voi accettate di "ristrutturare" le vostre economie secondo le nostre direttive) Il primo risultato è stato - il fenomeno dura ormai da decenni - la distruzione delle economie agricole di sussistenza, interamente sacrificate alle esportazioni verso il Nord, sotto il rigoroso controllo delle multinazionali.
Ecco perché, ormai, la remissione del debito del Terzo Mondo non basterebbe più per risollevarne le sorti. E' dalla dittatura delle multinazionali, del Fondo Monetario e della Banca Mondiale che il Sud del mondo deve liberarsi.
Diversamente, con le sue economie alla catena, non potrà che perpetuarsi una situazione che il più recente rapporto FAO ha indicato con sufficiente chiarezza: nel 1998 30 milioni di esseri umani morti per fame nell'emisfero meridionale del pianeta.
Le più importanti multinazionali legate alla Trilateral: Coca Cola, IBM, Pan American, Hewlett Packard, FIAT, Sony, Toyota, Exxon ( già Standard Oil, la capostipite delle compagnie petrolifere americane, di personale proprietà Rockfeller), Mobil, Dunlop, Texas Istruments, Mitsubishi.

La Trilateral in politica

La "Trilateral" colloca i suoi uomini nei governi occidentali per realizzare i suoi programmi.
Da una rassegna stampa, qualche nome dei suoi emissari italiani.
"il Giorno", 16 aprile 1983: "Per la prima volta a Roma la misteriosa Trilateral: 320 big dell'economia mondiale". Sottotitolo: "Tra essi Kissinger, Rockefeller, Agnelli e i potenti del Giappone" Da "il Giornale", 18 aprile 1983: "..il professor Romano Prodi, presidente dell'Iri e membro della Trilaterale...".
Non sarà inutile gettare uno sguardo anche sul sodalizio che ha generato la Trilaterale, e che tuttavia continua a vivere di vita propria (è caratteristica la doppia o tripla appartenenza, per i personaggi più influenti del "Sistema", tra CFR, Bilderberg e Trilateral.).
"il Giorno" del 24 aprile 1987, nel servizio su una riunione del Bilderberg che si era tenuto presso la Villa d'Este di Cernobbio, registrò, tra gli altri, la presenza di Carlo Azeglio Ciampi.
La vita organizzativa del sodalizio è scandita da riunioni plenarie, da gruppi di studio condotti dai responsabili delle tre aree, da "rapporti" che di volta in volta palesano il pensiero dell'organizzazione su questioni di particolare rilevanza.
Nel 1975 il Rapporto di Kyoto presentava un titolo ammiccante, ricco di promesse per il futuro: "La crisi della democrazia", pubblicato in Italia con la prefazione di Gianni Agnelli.
Lo studio denunciava una debolezza strutturale delle democrazie uscite dagli anni sessanta (cioè dalle crisi, a partire dal 68, organizzate e dirette dai poteri forti): debolezza degli esecutivi, perdita di credibilità e di autorità. La Trilaterale auspicava , come rimedio, una maggiore dose di autorità.
Una maggiore autorità dei governi controllati da "loro". Gianni Agnelli, da un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" il 30 gennaio 1975.
"Probabilmente dovremo avere dei governi molto forti, che siano in grado di far rispettare i piani cui avranno contribuito altre forze oltre a quelle rappresentate in parlamento; probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica; probabilmente i regimi tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali. Ma non sempre tutto ciò sarà un male. La tecnologia metterà a nostra disposizione un maggior numero di beni e più a buon mercato".

Le radici culturali della Trilateral

Brzezinski, direttore della Trilateral e contestualmente alto dirigente del CFR, definì l'organizzazione: "Il gruppo delle potenze intellettuali e finanziarie più forti che il mondo abbia mai conosciuto". Una società di pensiero, prima che una società per azioni.
Il 17 maggio 1997, in seconda serata, un'inchiesta televisiva condotta da tre giornalisti definì la Trilaterale, "organizzazione massonica" impegnata in un'azione neo-colonialista nei paesi dell'America Latina.
Erano presenti i tre Gran Maestri delle principali comunioni massoniche italiane, che nulla ebbero da ridire né sulla definizione della Trilateral né sulla sostanza del suo impegno in Sudamerica. Dunque, la massoneria.
Tesa sin dalla sua fondazione alla distruzione della civiltà cristiano-cattolica, in vista di un "nuovo ordine". Scriveva Leone XIII, nel 1884, nella sua enciclica "Humanum genus" contro la massoneria: " L'ultimo e il principale dei suoi intenti è (...) distruggere dalle fondamenta tutto l'ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane e creare un nuovo ordine".
E' il nuovo ordine disegnato da Gianni Agnelli: un popolo concepito come una grande mandria di vacche, da gestire quindi secondo le regole dell'allevamento animale e non secondo quelle che stanno a fondamento di una società di uomini.
Un popolo sradicato dalla sua fede e tradizioni, e quindi trasformato in massa, inebetita da sport di massa, dall'erotismo di massa e, più recentemente, da programmi televisivi di una tale idiozia da garantire un autentico colpo di grazia agli intelletti già indeboliti degli utenti.
Una massa di "profani" governati da un vertice di "iniziati" cui spetti un superiore ordine di idee e di decisioni.
Decisioni che riguarderanno le "ingegnerie sociali" che sono già sotto i nostri occhi: quanti uomini far nascere, quanti farne morire per mezzo dell'aborto.
Il gruppo Rockefeller, attraverso l'omonima Fondazione, ha generato una cultura abortista sin dagli anni 20 e successivamente finanziato e diretto le campagne abortiste in tutto il mondo (lo apprendiamo dalle organizzazioni anti-abortiste francesi che sin dagli anni 70 avvertivano che l'operazione andava ricondotta alla massoneria in genere e al gruppo Rockefeller in particolare).
A questo riguardo non parliamo di ipotesi ma di certezze, sulla base di documentazioni originali, massoniche e trilateraliste, del tutto esplicite.
Decisioni dei "vertici" che riguarderanno quanti uomini far morire,attraverso l'eutanasia e quanti farne vivere, attraverso un'oculata distribuzione delle risorse alimentari, come accade, con i risultati che conosciamo, presso i paesi in via di sviluppo.
Decisioni che riguarderanno l'ingegneria genetica, per "intervenire" nella nuova umanità.
Decisioni sulla famiglia da distruggere e sulla transessualità da esaltare.
In una parola, tutto ciò che definitivamente distrugga il "vecchio" ordine sociale, cristiano, per la creazione di un nuovo ordine. Ma tutto questo senza particolari scossoni. Non vi sarà bisogno di dittature, visto che le democrazie laiche e progressiste, condotte da governi di "centro-sinistra", servono già così efficacemente allo scopo.
Governi che riproducono una formula già sperimentata lungo l'intero corso del XX secolo, e plasticamente rappresentata dal passato governo Prodi-d'Alema: l'alleanza tra la borghesia massonica e la sinistra, rivoluzionaria o meno. Un comune sistema di pensiero: il materialismo assoluto. E un comune nemico, da sempre: il cattolicesimo.
Chi comprende questo, comprenderà tutto del mondo in cui oggi vive. Ma chi non comprende questo, non capirà mai nulla. Scriveva sin dagli anni sessanta un docente universitario americano, Kenneth Bouldin: "Si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale tuttavia siano state mantenute le forme esteriori del governo democratico".

Mario Di Giovanni