FRANCO CENERELLI

"PASSO DEL FURLO"

cm 150x120 areografo su tela 1999

 

 

 

 

Da: «FURLO TERRA DI SANTI E DI BRIGANTI»
Umberto Marini - Metauro Edizioni, 1995

(...) Al Furlo Mussolini c'era passato quando era socialista rivoluzionario e pacifista ad oltranza, (tanto da scontare 5 mesi di carcere, per aver preso parte alle contestazioni faentine contro la guerra alla Turchia assieme all'allora repubblicano Pietro Nenni nell'ottobre 1911).
Il Furlo affascinò il direttore dell'Avanti al primo incontro e quando divenne Duce dei destini d'Italia si ricordò di quel canyon.
Le sue soste lo portarono a contatto col Candiracci, che aveva capito le enormi potenzialità turistiche offerte dall'auto e dall'evolversi delle comunicazioni.
Il Candiracci accoglieva il non più oscuro ospite nel modo migliore e gli offriva ottimi manicaretti e all'occorenza una calda coperta, che facesse onore alla maschia figura di uomo che il fascismo andava plasmando.
Mussolini è risaputo era un "femminiere" e i suoi rapporti con le donne, erano molto brevi e solo poche donne hanno avuto l'onore di relazioni più intense.
Questo comportamento portò alla diceria, che il Duce avesse costellato l'Italia di un reggimento di presunti figli e anche al Furlo si parlò di un pseudo figlio.
Nel 1936 la milizia forestale volle immortalare l'immagine del Duce, costruì il profilo (prog. ing. Mainardi) sulla parete del Pietralata, in modo che fosse visibile sia dal lato di Acqualagna che da quello di Fossombrone e nei giorni di cielo terso, si potesse ammirare dal mare e per renderlo visibile anche di notte, progettò la sua illuminazione, che non fu realizzata. La Forestale per far risaltare la mastodontica opera (180 m. di profilo) apportò notevoli migliorie alla strada che saliva al monte servendo le cave e vi costruì l'abitazione del custode (Blasi Getullio).
Il monumento suscitò qualche polemica, perché parve presentare il Duce in posizione di riposo, mentre era risaputo che "Mussolini non dorme, ma veglia sui destini d'Italia". La polemica arrivò anche a Mussolini se è vero l'anedotto che in una delle 56 visite fatte al Furlo in qualità di primo ministro, ebbe l'occasione di lagnarsi del suo profilo con l'albergatore e che questo gli fece notare, che il volto del Duce non era in posizione di riposo, ma era proteso verso il cielo, sino a ieri dominio delle aquile, ma da quel momento dominio della nostra aviazione e in tale posizione il Duce poteva vigilare sull'efficienza dell'aviazione che difendeva le nostre contrade. Con l'arresto di Mussolini avvenuto il 25 luglio 1943 e la sua liberazione da parte dei tedeschi, che sfruttarono l'occasione per insediarlo a capo della repubblica di Salò, (creata il 23 settembre 1943), il Furlo si trovò inserito in questa repubblica prima ancora che nascesse.
Il 15 settembre 1943 si costituì a Pesaro il primo fascio, repubblichino delle Marche e il Furlo si trovò inglobato.
La parentesi repubblichina si chiuse al Furlo il 26 agosto 1944 quel giorno i partigiani e le truppe di liberazione pensarono che al Furlo Mussolini aveva appannato il naso di Pinocchio e decisero di eliminare quel nasino (di 38 m.) e tutto il profilo; la brigata Maiella vi indirizzò qualche colpo di cannone, ma i pochi colpi che centrarono il naso e il profilo, non fecero danni rilevanti, così come non li fece la dinamite del partigiano Bruno Bocchio, che cercò di far saltare naso e profilo. Finita la guerra il Ministero dei lavori pubblici decise di eliminare quella bruttura, perché rappresentava un pericolo per la strada sottostante, vennero stanziati dei soldi per l'abbattimento, ma grazie all'intervento di Adele Bei fu possibile stornare parte di quei soldi per ricostruire la strada che conduceva alle cave; vista la necessità impellente di pietra del paese impegnato nella ricostruzione.

Umberto Marini